L’idea di una targa al Monumento ai caduti nasce innanzitutto dalla volontà di avere cura e memoria della storia del paese (come da finalità che l’associazione dei donatori persegue fin dalla sua fondazione) e in particolare le vicissitudini degli avi nelle guerre del Novecento e del secolo precedente.
In secondo luogo, l’A.F.D.S. si impegna a prestare fede al lascito dell’Associazione Combattenti e Reduci quale preservare e continuare la loro memoria, gli archivi, la bandiera e la cura del proprio Monumento.
L’iscrizione riporta le seguenti parole:
Il monumento che a Domanins ricorda i caduti di tutte le guerre è stato realizzato nel 1921 dallo scultore Mario Sarto di Bologna (1885-1955).
L’opera in marmo bianco rappresenta il fante di trincea simbolo dei nostri combattenti e del loro eroismo. Il soldato italiano, povero e spoglio di tutto, è fiero del proprio sacrificio e di avere al suo fianco la Statua della Vittoria.
In origine, il monumento fu collocato in Piazza San Michele Arcangelo nell’area antistante la chiesa ed era circondato da un recinto con agli angoli quattro bombe aeree.
Il 2 ottobre 1927 fu officiata la cerimonia solenne di benedizione della Bandiera dell’Associazione Nazionale Combattenti e la signora Amabile Lenarduzzi Franceschina, maestra di Domanins, fu la Madrina del Tricolore.
Dopo il secondo conflitto mondiale, fu volontà dei Combattenti sostituire la lapide in marmo per sovrascrivere i nomi di tutti i caduti di Domanins di tutte le guerre nelle quali fu impegnata la nostra Patria.
Nel 1954, l’opera fu restaurata grazie alla generosità della popolazione di Domanins che diede offerte per L. 112.800.
Il 18 novembre 1984 un referendum popolare, che divise il paese, approvò l’idea di spostare il monumento in un altro sito che fosse a lui più consono.
Nel 2002, esso fu collocato in Piazza Indipendenza, ove si trova tuttora.
Alle spalle del monumento vi è il muro dell’infinito. Costruito con i sassi del Tagliamento, esso rappresenta la nostra terra e i nostri giovani caduti per la Patria sul campo di battaglia.
giugno 2016
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