Chiesa di San Michele Arcangelo.

La primitiva parrocchiale fu edificata nel XII secolo e fu eretta ove attualmente vi è la canonica. La chiesa era circondata dal cimitero e anche al giorno d’oggi è possibile trovare ossa umane scavando alla profondità di uno o due metri di terra . La vecchia parrocchiale fu demolita nel 1845. Le uniche opere rimaste sono l’altare maggiore e le pale pittoriche di San Valentino e della Beata Vergine del Rosario, tutte passate nell’attuale chiesa. La nuova parrocchiale, sita nella piazza omonima, fu costruita tra il 1841 e il 1854. I lavori iniziarono già dal 1836, sulla base del progetto approvato dal comitato pro erigenda chiesa istituito da don Giovanni Covelli nel 1832. Furono però bloccati per la mancata approvazione da parte della regia delegazione della Provincia del Friuli di stanza a Udine. I lavori ripresero infatti nel 1841 con il contributo del regio governo dell’Impero Austriaco con la collaborazione dei paesani. Si svolsero sotto la maestranza del capomastro Pietro Bisutti su progetto dell’ingegner Giovanni Battista Cavedalis. La popolazione, come si apprende dai registri parrocchiali, offrì la propria mano d’opera, derrate agricole e oboli in denaro. La facciata è inquadrata in senso verticale e orizzontale da lesene e cornicioni; essa termina con un frontone cieco raccordato ai suoi angoli da due pinnacoli. All’interno della chiesa, l’opera più pregiata è l’altare maggiore in marmo policromo in stile barocco e risalente al Settecento. Di pregiata fattura è anche la porticina del tabernacolo, dedicata a San Michele Arcangelo, con raffigurata la deposizione della croce. Ai lati dell’altare sono collocate le statue di San Michele e di San Raffaele che sostituiscono le antiche immagini dipinte su tela. Al di sopra dell’altare vi è l’antica pala della Beata Vergine del Rosario, di autore ignoto. Al lato sinistro dell’altare è posizionata l’altare di San Valentino con l’immagine del Beato, risalente al 1595, ed è attribuita alla scuola del Pomponio Amalteo o a quella di Gasparo Narvesa. Al lato destro, c’è l’altare dedicato all’Immacolata Concezione con un simulacro in legno dello scultore Scalambrin di Fossalta di Portogruaro. Sopra la porta principale della chiesa è collocata una pala rappresentante l’Annunciazione opera del 1653 del pittore veneziano Francesco Matteazzi.